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ORO – MERCATI – Le banche centrali ne stanno facendo incetta

ORO – MERCATI – Le banche centrali ne stanno facendo incetta

3 NOVEMBRE 2022 | 11:31 – GIANLUIGI RIMONDI

Fase cruciale per le quotazioni dell’oro. Il rinnovato rally del dollaro, sta rapidamente riportando le quotazioni del lingotto al test dei 1.615 dollari per oncia, dove è posto un supporto statico e dove i cosi hanno di recente disegnato un doppio minimo, che ora potrebbe diventare triplo. Una figura tecnica che, generalmente, prelude a un rimbalzo delle quotazioni.

Una potenziale inversione rialzista poi sostenuta anche dalla notizia che le banche centrali hanno acquistato un ammontare record di metallo prezioso
nel terzo trimestre (400 tonnellate), portando il saldo degli acquisti da inizio 2022
ai massimi dal 1967 (quando il dollaro era legato all’oro).

FONTE:

ORO – Record di acquisti da parte delle banche centrali. Chi ha comprato di più.

Le banche centrali hanno acquistato la cifra record di 399 tonnellate d’oro, per un valore di 20 miliardi di dollari nel terzo trimestre contribuendo ad aumentare la domanda, secondo il World Gold Council. Prezzo in rialzo alla vigilia della Fed |

Le banche centrali hanno acquistato la cifra record di 399 tonnellate d’oro, per un valore di circa 20 miliardi di dollari, nel terzo trimestre di quest’anno, contribuendo ad aumentare la domanda globale di metallo giallo, secondo il World Gold Council. La domanda di oro è stata forte anche da parte dei gioiellieri e degli acquirenti di lingotti e monete d’oro, ha sottolineato il World Gold Council nel suo ultimo rapporto trimestrale, ma i fondi negoziati in borsa (Etf) si sono ridotti. L’oro è tipicamente considerato un bene rifugio nei periodi di incertezza, ma molti investitori finanziari hanno venduto quote di Etf garantiti dall’oro a causa dell’aumento dei tassi di interesse che ha spinto al rialzo i rendimenti di altri asset. Tutto questo ha contribuito a far scendere i prezzi dell’oro dell’8% nel terzo trimestre di quest’anno, ma il calo dei prezzi ha contribuito a stimolare la domanda di gioielli, ha dichiarato il World Gold Council.

Tra luglio e settembre la domanda mondiale di oro è stata di 1.181 tonnellate, +28%

In totale, la domanda mondiale di oro è stata di 1.181 tonnellate nel periodo luglio-settembre, con un aumento del 28% rispetto alle 922 tonnellate dello stesso periodo del 2021, sempre secondo il World Gold Council. Così la domanda dall’inizio dell’anno fino a settembre è tornata ai livelli pre-pandemia. In particolare, l’acquisto da parte delle banche centrali nel terzo trimestre ha superato di gran lunga il precedente record trimestrale dei dati che risalgono al 2000 e ha portato i loro acquisti fino a settembre a 673 tonnellate, più degli acquisti totali in qualsiasi anno dal 1967, secondo il World Gold Council. Tra i grandi acquirenti figurano le banche centrali di Turchia, Uzbekistan, Qatar e India, ma il World Gold Council ha dichiarato che una quantità sostanziale di oro è stata acquistata anche da banche centrali che non hanno comunicato pubblicamente i loro acquisti.

Chi sono i grandi acquirenti

Prezzo dell’oro in rialzo alla vigilia della Fed

Nel frattempo, oggi, 1° novembre, si registra un piccolo rally per l’oro (+0,89% a 1.655 dollari l’oncia), il giorno prima della decisione della Fed, con i trader che sperano in qualche tono da colomba. Una speranza che non si è ancora trasmessa al prezzo del metallo giallo che nelle ultime settimane è sceso verso 1.600 dollari l’oncia. “L’oro è stato martoriato dal rapido aumento dei tassi di interesse e gli operatori si aspettano sempre più che la Fed si unisca alla Reserve Bank of Australia per rallentare il ritmo della stretta monetaria. Qualsiasi indicazione in tal senso possa arrivare a dicembre (nella riunione di domani 2 novembre è scontato un aumento dei tassi di 75 punti base, ndr) potrebbe essere di supporto all’oro, anche se permane una notevole incertezza”, ha previsto Craig Erlam, analista di Oanda.

Anche per Rupert Rowling, analista di Kinesis Money, il metallo giallo attraversa una fase di consolidamento in attesa di nuovi driver. “È probabile che questa settimana sia la Federal Reserve sia la Bank of England aumenteranno i loro tassi di interesse di riferimento di 75 punti base, aumentando la pressione sull’attività che non paga dividendi dell’oro. Tuttavia, con questi aumenti ampiamente scontati, ci vorrà una mossa inaspettatamente più modesta o più consistente per avere un impatto sui mercati quando le banche centrali annunceranno le loro decisioni, rispettivamente, mercoledì e giovedì”, ha sottolineato Rowling.

L’attenzione maggiore sarà, invece, sulle conferenze stampa successive agli annunci sui tassi, mentre gli investitori cercano di elaborare la traiettoria futura della curva dei tassi di interesse, in particolare della Fed. Di recente sono aumentate le aspettative secondo cui la Fed dovrà allentare la sua posizione aggressiva a dicembre, “ma con l’inflazione ancora ostinatamente alta e il mercato del lavoro statunitense che ha tenuto relativamente bene finora, la Banca centrale statunitense potrebbe avere respiro sufficiente per continuare la sua posizione da falco ancora per un po'”, ha avvertito Rowling.

Pertanto, è probabile che i mercati siano in una modalità attendista fino alla decisione della Fed di mercoledì. In un contesto in cui i tassi di interesse sono visti aumentare alla fine di questa settimana e di nuovo a dicembre, “è difficile per l’oro ottenere guadagni significativi. Tuttavia, con il prezzo dell’oro vicino ai livelli più bassi degli ultimi due anni, qualsiasi calo dei prezzi attira un’impennata della domanda fisica, in particolare da parte degli acquirenti asiatici, il che fornisce un solido sostegno ai prezzi del metallo giallo. Quindi, se è difficile vedere l’oro salire a 1.700 dollari l’oncia, è altrettanto improbabile che il suo prezzo scenda al di sotto di 1.600 dollari l’oncia”, ha concluso Rowling.

I consigli di Ubs

In effetti, Wayne Gordon, strategist di Ubs, ha notato che anche se la sensibilità dell’oro ai suoi driver di lungo periodo è cambiata, le prospettive sono ancora determinate dalla direzione del dollaro e dalle azioni della Fed. “Vediamo, quindi, rischi di ribasso per l’oro fino alla fine dell’anno, una certa stabilizzazione nel primo semestre 2023 e una moderata ripresa entro la fine del prossimo anno”, ha detto l’esperto di Ubs il quale suppone che il dollaro raggiunga il suo picco nel primo trimestre del 2023 e che la Fed si fermi nel secondo trimestre 2023.

Il prezzo dell’oro è diminuito del 9% su base annua. Se da una parte ha contribuito alla diversificazione del portafoglio, superando gli asset di rischio come l’S&P500, che è sceso del 20%, dall’altra come copertura contro l’aumento della volatilità finanziaria ha deluso, ha aggiunto Gordon, il cui modello prevede un prezzo di 1.350 dollari l’oncia, ben al di sotto dei 1.655 dollari l’oncia attuali. “A nostro avviso, la ragione principale del continuo scollamento è la combinazione di un elevato premio per il rischio geopolitico, di un’inflazione vischiosa e di alternative limitate come le obbligazioni high-grade, che hanno subito pressioni insieme agli asset di rischio. Tutto ciò ha alterato la sensibilità del metallo giallo alle sue variabili sottostanti. In prospettiva, raccomandiamo agli investitori di continuare a proteggersi dal ribasso con posizioni a più lungo termine, cercando una modesta ripresa nel secondo semestre 2023”, ha concluso Gordon. (riproduzione riservata)

FONTE:

 

ORO – Record di acquisti da parte delle banche centrali. Chi ha comprato di più.
ORO – Sui massimi da tre settimane, i tre fattori che possono spingerlo fino a 1.800 dollari

ORO – Sui massimi da tre settimane, i tre fattori che possono spingerlo fino a 1.800 dollari

Il prezzo del metallo giallo è favorito da una Fed che non avrà bisogno di rimanere super-aggressiva. Target intermedio a 1.740 dollari. In rialzo anche l’argento, il palladio e il platino | Per Ubs l’oro scenderà a 1.500 dollari

L’oro sale ai massimi da tre settimane mentre il dollaro e i rendimenti si ritirano. I prezzi del metallo giallo rivedono e superano la soglia di 1.700 dollari l’oncia (+0,85% a 1.716 dollari dopo aver toccato il massimo dal 13 settembre a 1.719,55) con gli investitori convinti che il dato sull’indice Ism manifatturiero statunitense debole (si è attestato a 50,9 punti a settembre, in calo rispetto ai 52,8 di agosto e al di sotto della stima del consenso degli economisti a 52,8 punti) suggerisca che la Fed non avrà bisogno di rimanere super-aggressiva con l’inasprimento della politica monetaria.

Oro favorito da una Fed che non avrà bisogno di rimanere super-aggressiva

Con il nuovo mese di ottobre i rendimenti dei Treasury 10 anni scendono al 3,585% (dal 4,05% della scorsa settimana), allontanandosi da massimi pluriennali, “il che è un’ottima notizia per il metallo prezioso. Le pressioni al ribasso sull’inflazione stanno aumentando e questo dovrebbe far sì che i rendimenti dei Treasury siano per ora al top”, ha affermato Edward Moya, analista di Oanda, ritenendo che, se lo slancio rialzista rimane forte, i prezzi potrebbero facilmente fare una corsa verso quota 1.740 dollari l’oncia.

Anche il dollaro più debole contribuisce alla ripresa dell’oro

A contribuire al rimbalzo dell’oro anche il ridimensionamento del dollaro Usa. “L’indebolimento dell’indice del dollaro e le preoccupazioni per una recessione negli Stati Uniti e in Europa stanno riportando l’interesse verso l’oro”, ha dichiarato Sugandha Sachdeva, vicepresidente della ricerca sulle materie prime e sulle valute presso Religare Broking, aggiungendo che anche i nuovi flussi negli Etf quotati in borsa sull’oro mostrano una rinnovata fiducia. SPDR Gold Trust, il più grande Etf al mondo basato sull’oro, ha registrato lunedì 3 ottobre il più grande afflusso in un giorno da giugno.

Websim ha osservato che negli ultimi due anni circa l’oro si è mosso lateralmente, nel range compreso tra il picco record in area 2.072 dollari e il robusto sostegno statico in area 1.700/1.675 dollari. Fino a pochi giorni fa questi livelli hanno fatto sistematicamente scattare movimenti in controtendenza, ma il cedimento di 1.675 dollari ha alterato lo scenario, portando il trend in territorio “orso” con obiettivi teorici anche intorno a 1.437 dollari. La ripartenza degli ultimi giorni ha fornito un primo segnale di riequilibrio grazie al ritorno sopra 1.675 dollari. “Segnali di spinta arriverebbero con una chiusura convinta sopra 1.700 dollari”, ha aggiunto Websim. “L’area a 1.640 dollari si è dimostrata un ottimo supporto per comprare oro sulla debolezza in ottica di diversificazione con un target a 1.800 dollari”.

Un rimbalzo contagioso

Anche il prezzo dell’argento sale dell’1,74% a 20,94 dollari l’oncia, dopo aver toccato il massimo da giugno. Il palladio registra una crescita del 4,2% a 2.294 dollari, mentre il platino sale dell’1,2% a 912,85 dollari. (riproduzione riservata)

FONTE:

ORO – E’ il momento giusto per comprare

Il prezzo dell’oro è inversamente correlato a quello del dollaro. Se la recessione innescata dall’aumento dei tassi sarà più forte del previsto, la Fed diventerà più accomodante e il prezzo del metallo giallo potrà risalire, secondo gli analisti di Oanda | Jupiter AM, il momento migliore per comprare oro | Oro sui massimi da tre settimane, i tre fattori che possono spingerlo fino a 1.800 dollari

“Nei giorni precedenti abbiamo assistito a una forte ripresa del prezzo dell’oro“. A dirlo è Craig Erlam, analista di mercato senior di Oanda. Dopo sei mesi in caduta, con il punto più basso raggiunto il 27 settembre (1.636,20), il prezzo del metallo prezioso potrebbe aver invertito la rotta. Il 6 ottobre il valore dell’oro è in crescita e tratta a 1.725,35 dollari (+0,26%). Nei giorni precedenti, però, ha regnato la volatilità. Come fare allora a capire quando è il momento giusto per acquistarlo?

Serve una svolta accomodante della Fed

A fine marzo l’oro aveva toccato il picco di 2050 dollari l’oncia, un livello tecnico chiave raggiunto quattro volte negli ultimi quarant’anni (nel 1980, 2011 e 2020). Poi Jerome Powell, presidente della Fed, ha inasprito la politica dei tassi d’interesse e ha fatto scendere il prezzo fino al punto critico del 9 settembre. “All’oro, per consolidarsi, servono invece rendimenti statunitensi più bassi e un dollaro più morbido”, spiega Erlam.

Insomma, il metallo prezioso ha bisogno di banche centrali più accomodanti, ma i dati macro sembrano escluderlo. L’inflazione continua a crescere (a settembre ha raggiunto il 10% nell’Eurozona, mentre negli Usa è all’8,3%) e, per raffreddarla, Fed e Bce stanno cercando di rallentare l’economia. “In effetti, l’aumento dei tassi della banca centrale americana sta innescando un atterraggio duro”, aggiunge Ned Naylor-Leyland, head of strategy gold and silver di Jupiter Am. Una mossa che potrebbe trasformarsi, già l’anno prossimo, in un vantaggio per l’oro. “Se la Fed provocasse una recessione più dura del previsto, sarebbe costretta a invertire la rotta e ad abbassare i tassi. Un simile scenario aumenterebbe il fascino del metallo prezioso”. Sarebbe questo il momento migliore per comprare l’oro: quello in cui le banche centrali raggiungono il punto di una svolta accomodante dopo un periodo da falco.

La correlazione inversa tra dollaro e oro

Un allentamento della Fed sposterebbe la direzione dei tassi reali del dollaro dal rialzo al ribasso. Il metallo prezioso, così, dovrebbe tornare a salire verso il picco di 2050 dollari toccato a marzo. “Si conferma la correlazione inversa tra oro e biglietto verde”, commenta Rupert Rowling, market analyst di Kinesis Money. “Adesso, però, serve un rallentamento dei tassi per confermare una tendenza rialzista – prosegue l’analista -. In questo contesto, il discorso del 6 ottobre di Raphael Bostic, presidente della Federal Reserve Bank di Atlanta, sarà esaminato ancora più da vicino per eventuali indizi su un possibile cambio di direzione da parte della banca centrale statunitense”.

L’argento è più resiliente dell’oro

Da un metallo prezioso all’altro. L’argento, dopo aver raggiunto il punto più basso tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, nelle ultime settimane ha mostrato una resilienza dei prezzi molto maggiore rispetto all’oro. Il 6 ottobre tratta a 20,64 dollari (+0,48%). “L’argento sembra molto sottovalutato date le sue solide prospettive fondamentali – chiarisce Rupert Rowling -. Quanto in alto salirà e per quanto tempo verranno mantenuti questi guadagni sarà determinato, inizialmente, dalla forza dei dati sui salari degli Stati Uniti in uscita il 7 ottobre. Più avanti, come per l’oro, influirà invece l’azione della Fed”. (riproduzione riservata)

FONTE:

ORO – E’ il momento giusto per comprare
ARRIVA LA TEMPESTA –  E gli Italiani mettono i soldi al sicuro (o almeno credono di farlo)…

ARRIVA LA TEMPESTA – E gli Italiani mettono i soldi al sicuro (o almeno credono di farlo)…

AD AGOSTO I DEPOSITI SUI CONTI CORRENTI SONO AUMENTATI DI 61 MILIARDI DI EURO RISPETTO A UN ANNO PRIMA. UN TREND SOSPINTO DALLA PRUDENZA, ANCHE SE TENERE I SOLDI FERMI, CON L’INFLAZIONE CHE GALOPPA, PORTA A UNA SVALUTAZIONE DEI RISPARMI: 10 MILA EURO DEPOSITATI OGGI, TRA 12 MESI VARRANNO 9.160 EURO – NELL’UTIMO ANNO SI REGISTRA POI UNA FORTE RIDUZIONE IN PORTAFOGLIO DEI BOND, A CAUSA DEI RENDIMENTI AI MINIMI, VANNO FORTE LE POLIZZE ASSICURATIVE

conti correntiCONTI CORRENTI

Tra inflazione galoppante, rialzi aggressivi dei tassi da parte delle banche centrali e uno scenario macroeconomico instabile, dovuto alla guerra tra Russia e Ucraina, i mercati finanziari stanno vivendo una fase di volatilità e turbolenza che rende difficile capire come orientare al meglio i propri risparmi. E al tema della conoscenza è dedicata la quinta edizione del “Mese dell’educazione finanziaria”, in programma fino al 31 ottobre, con la possibilità di partecipare a numerosi eventi rivolti ad adulti e ragazzi. L’appuntamento non è casuale: pur confermandosi un popolo di risparmiatori, gli italiani si mostrano infatti ancora carenti da questo punto di vista nel confronto europeo.

conto corrente 5CONTO CORRENTE 5

Secondo una recente indagine condotta dalla Fabi (Federazione autonoma bancari italiani), la ricchezza finanziaria degli italiani ha continuato a crescere, non fermandosi neppure di fronte alla crisi economica scatenata dalla pandemia. Lo scorso anno ha infatti raggiunto oltre 5.256 miliardi di euro, con un incremento di quasi il 50% nell’ultimo decennio. La liquidità, che ha mantenuto una quota stabile al 31% del totale delle masse, resta la forma preferita di allocazione del risparmio (con un incremento del 45%, dagli 1.119 miliardi del 2011 ai 1.629 miliardi dello scorso anno). Gli ultimi dati dell’Abi confermano questa tendenza: ad agosto i depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) sono aumentati di 61 miliardi di euro rispetto a un anno prima (più 3,4%).Lo scenario incerto spinge a risparmiare, ma occorre essere consapevoli che i risparmi tenuti fermi in deposito tendono a svalutarsi, considerato che l’inflazione viaggia su livelli ai massimi dal 1985 (secondo l’Istat, ad agosto ha registrato un aumento dell’8,4% su base annua).

INFLAZIONEINFLAZIONE

Se il carovita continuerà a correre a questo ritmo, 10 mila euro depositati oggi, tra dodici mesi varranno 9.160 euro. Secondo un’indagine dell’Efama (Associazione per i fondi europei e l’assetto gestionale), il valore reale dei depositi bancari in Europa si è contratto del 24% in 20 anni e a fine 2022 la perdita di valore dovrebbe arrivare al 28%.

L’indagine della Fabi evidenzia anche alcuni trend interessanti in corso. In primo luogo, la forte riduzione in portafoglio dei bond (dal 20% del 2011 al 4% del totale degli investimenti e delle riserve delle famiglie nel 2021) a causa dei rendimenti ai minimi offerti da questa asset class negli ultimi anni. Di pari passo si cerca un equilibrio tra il bisogno di protezione e la ricerca di rendimento.

Le polizze assicurative stanno infatti conquistando uno spazio sempre più significativo tra le preferenze delle famiglie. Queste ultime nel 2011 rappresentavano il 19% del totale degli investimenti, quota che allo scorso dicembre è passata al 23% dei risparmi complessivi. Inoltre, lo scorso anno il 61% della nuova ricchezza accantonata è stata destinata ad attività finanziarie (principalmente azioni).

inflazione italiaINFLAZIONE ITALIA

Un trend che era già evidente nell’ultimo decennio, considerato che il peso delle azioni è aumentato progressivamente: rappresentava il 19% delle riserve delle famiglie nel 2011, quota salita al 22% nel 2020, per poi arrivare a sfiorare il 24% del totale dei portafogli finanziari.

Accanto a questo, rileva l’indagine, si evidenza anche un crescente desiderio di pianificazione patrimoniale. Non a caso, l’investimento in fondi comuni rappresentava il 6% degli asset finanziari delle famiglie a fine 2010, per poi arrivare a sfiorare il 15% nel 2021. Un quadro, dunque, in evoluzione e che richiede al contempo conoscenze adeguate per non incorrere in scelte sbagliate dettate, ad esempio, dall’emotività e dall’ansia.

A questo proposito, però, nonostante i passi in avanti fatti negli ultimi anni, resta ancora un forte gap fra la Penisola e il resto dell’area Ocse sul fronte dell’educazione finanziaria. Solo il 30% degli italiani (contro una media Ocse del 62%) mostra infatti un livello di conoscenza adeguato dei temi legati alla finanza personale, al risparmio e agli investimenti.

educazione finanziariaEDUCAZIONE FINANZIARIA

Non a caso il capo del dipartimento Tutela della clientela ed educazione finanziaria della Banca d’Italia, Magda Bianco, durante una recente audizione al Senato, ha evidenziato come le basse competenze finanziarie degli italiani nel confronto internazionale rendano urgente promuovere l’educazione finanziaria fin dai primi anni di scuola.

L’Osservatorio sull’educazione finanziaria in Italia evidenzia inoltre una scarsa lungimiranza nella gestione del denaro. Il 36% degli intervistati ritiene infatti che i soldi esistano per essere spesi, il 27% sente maggiore soddisfazione nello spenderli piuttosto che nel risparmiarli per obiettivi a lungo termine e il 24% guarda al presente senza pensare al futuro. Inoltre, oltre la metà (57%) rivede la programmazione dei propri risparmi soltanto una volta l’anno, mentre il monitoraggio del budget disponibile viene effettuato in modo impreciso e spesso solo manualmente.

educazione finanziariaEDUCAZIONE FINANZIARIA

Infine, il controllo delle entrate e delle uscite per il 48% è una pratica diffusa soltanto mensilmente, il 40% verifica invece settimanalmente (specialmente le donne), ma esiste addirittura una fetta (11%) che non controlla mai oppure di rado. Risultati che dimostrano anche una scarsa tendenza all’utilizzo delle nuove tecnologie, come le app di finanza personale, che possono favorire il risparmio e scelte più consapevoli in tema di gestione del budget.

L’obiettivo è infatti fornire una sorta di assistente digitale che consente di avere sempre un quadro chiaro e aggiornato del proprio conto e di tenere d’occhio uscite ed entrate, evitando così anche eventuali sforamenti.

FONTE:

CESSIONI ORO FINO DA PRIVATI – Tassazione plusvalenze e adempimenti

CESSIONI ORO FINO DA PRIVATI – Tassazione plusvalenze e adempimenti

La corretta trattazione delle somme realizzate, dalle cessioni di oro, da parte di persone fisiche non soggetti passivi IVA

Con l’impennata delle quotazioni dell’oro di questi ultimi giorni, imprevista dalla maggior parte degli analisti, e con l’elevato numero di scambi fisici del metallo giallo, torna in auge l’aspetto fiscale, e non solo, sulla corretta trattazione delle somme realizzate da parte delle persone fisiche non soggetti passivi IVA e non esercenti attività commerciali.

Tassazione della plusvalenza derivante dalla cessione di oro fino

Sovente ricorre la casistica rappresentata da investitori privati che, a fronte delle incertezze dei mercati finanziari e a fronte delle irrisorie remunerazioni offerte per l’impiego di capitali, preferiscono ricorrere al bene rifugio per eccellenza al fine di soddisfare l’esigenza di maggior tutela dei propri risparmi.

In momenti favorevoli occasionali come quello corrente, poi, gli investitori privati possono trovare opportuno e conveniente cedere l’oro fino acquistato a scopo di investimento per realizzare un discreto vantaggio.

A fronte di tale situazione, e al cospetto del conseguimento di guadagni relativamente di nuova natura, è bene analizzare l’aspetto tributario ad esso riferito il quale, non potendosi qualificare ricavo per l’assenza di esercizio di attività di impresa; non essendo rappresentati da Certificati o Titoli gestiti da intermediari finanziari in Regime fiscale Gestito o Amministrato rispetto ai quali è l’Istituto Finanziario ad occuparsi degli obblighi fiscali; l’onere sull’obbligo dichiarativo e sulla natura di reddito cui collocare la differenza tra acquisto e vendita, incombe sul contribuente.

A tal riguardo, si ricorda che la plusvalenza ottenuta dalla persona privata nella cessione dei metalli preziosi in genere è considerato Reddito Diverso ed è soggetta a tassazione di cui all’art. 67, co. 1 lettera c-ter, del T.U.I.R., la quale, inoltre si precisa, è diversa dalla plusvalenza realizzata sugli immobili e, quindi, non dipende dal tempo trascorso dall’acquisto, pertanto, al di là del periodo trascorso dall’acquisto, la plusvalenza è sempre soggetta a tassazione. A proposito è opportuno anche ribadire che nel caso di acquisto del metallo a titolo gratuito (donazione o successione) il valore di acquisto da considerare è quello dichiarato in tale sede che, poi, è pari a quello di mercato vigente in tale momento.

In codesta fattispecie di trasferimento a titolo gratuito (donazione o successione) di oro fino da investimento come quella di trasferimento a titolo oneroso, il cittadino privato non dovrebbe effettuare nessuna segnalazione all’Anagrafe Tributaria, poiché, la persona fisica non esercente attività economico/finanziaria non rientra tra i soggetti indicati all’art. 7 del DPR 605/1973 o ad essi assimilati, obbligati alla comunicazione dei Rapporti Finanziari all’Archivio dei Rapporti.

Gli stessi privati cittadini, invece, per la normativa antiriciclaggio, anche se non appartengono ai soggetti di cui all’art. 1 della L. 7/2000, sono tenuti a trasmettere all’U.I.F. la dichiarazione di trasferimento di oro di valore superiore a euro 12.500,00, prevista dal co. 2 dello stesso art. 1 della medesima legge n. 7/2000, attraverso Banche o Operatori Professionali in Oro.

A tal proposito, inoltre, si raccomanda al cittadino/contribuente di tenere in archivio l’atto di donazione, l‘eventuale testamento oppure la dichiarazione di successione per giustificare la provenienza dell’oro qualora venga richiesta dall’Amministrazione Finanziaria.

Agli effetti della determinazione delle plusvalenze e minusvalenze (comma 7, art. 68 TUIR) per le cessioni di metalli preziosi, in mancanza della documentazione del costo di acquistole plusvalenze sono determinate in misura pari al 25 per cento del corrispettivo della cessione.

Dalla disposizione fiscale contenuta nell’art. 67 del TUIR, riferita ai metalli preziosi allo stato grezzo o monetato (lingotti, pani verghe bottoni ecc.) e per quanto chiarito dai dalla Circolare n. 165/1998, è esclusa da tassazione la cessione di metalli lavorati come ad esempio gli oggetti appartenenti alla categoria della gioielleria.

Fissato che tali operazioni commerciali non producono Reddito Diverso di cui all’art. 67 del D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917, resta da esaminare che tale realizzo non rientri in altra Categoria di Reddito. Infatti, dalla numerosità e/o l’entità delle operazioni, può ravvisarsi l’esercizio di attività di impresa, ancorché non dichiarata, e pertanto, tali introiti sono attratti nell’ambito dell’art. 55, comma 1 del TUIR. Secondo la giurisprudenza della Cassazione, richiamata anche dall’Agenzia delle Entrate (Ris. n. 204/2002), la qualifica di imprenditore può emergere anche da un solo affare in considerazione della sua rilevanza economica e delle operazioni che il suo svolgimento comporta (Cassazione 31 maggio 1986 n. 3690).

Altra possibilità da considerare è l’applicabilità del comma 1, lett. i), dell’art. 67 del TUIR, il quale attrae a Redditi Diversi “i redditi derivanti da attività commerciali non esercitate abitualmente”, in tale fattispecie il legislatore fiscale ha stabilito che anche un’attività commerciale di natura saltuaria può configurare un reddito diverso.

Su codesto punto, però, anche senza certezze di Legge o di Prassi, si può cautamente affermare che le operazioni singole e sporadiche di acquisto o di vendita eseguite senza alcuna organizzazione non possano configurare un’attività commerciale in quanto occorre una serie di atti combinati, ancorché di natura elementare (CTP di Pisa n. 33 del 13 gennaio 2004).

a cura di Nunzio Ragno e Giuseppe Quarticelli

FONTE:

QUANTO PUO’ VALERE OGGI UN GRAMMO DI ORO?

QUANTO PUO’ VALERE OGGI UN GRAMMO DI ORO?
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ORO AL COMEX – Il 41% venerdì 19/08/22 risultava prelevato. Poi lo 2.0

Mauro Bottarelli

I registri del caveau da gold kilo del CME parlano chiaro:
qualcuno ha fatto incetta di barre di metallo fisico. Prima che la bomba alle porte di Mosca tramutasse in fieri la Crimea in nuova Cecenia
Venerdì il 41% dell'oro al Comex risultava prelevato. Poi, lo «sparo di Sarajevo» 2.0

Un copione degno di un film. Anzi, una serie di quelle che tengono con il fiato sospeso e che fanno contare le ore in attesa dell’episodio successivo. Peccato che sia la realtà. E che stia per prendere una piega potenzialmente devastante. Quanto accaduto alle porte di Mosca ieri sera, la morte della figlia del filosofo filo-Putin, Alexander Dugin, nello scoppio di un’autobomba è qualcosa che va oltre oltre gli effetti collaterali della guerra. E’ un salto di qualità. E’ lo sparo di Sarajevo 2.0.

Perché comunque sia andata, la morte di Darya Dugina non resterà senza conseguenze. E il motivo sta proprio nel concatenarsi di eventi che ha portato a quel botto a 20 chilometri dalla capitale russa. Doveva morire Aleksander Dugin e invece il destino ha voluto che lui e la figlia si dividessero, prendendo auto differenti? Anche in questo caso, poco cambia. E’ la narrativa che conta. Da giorni, milizie ucraine colpivano obiettivi in Crimea e in Bielorussia, utilizzando droni in grado di centrare anche obiettivi sensibili come depositi di armi e il quartier generale della flotta russa. Reazione di Mosca? Nulla. Il silenzio assoluto.

In compenso, la stampa occidentale – in Italia rappresentata da Corriere della Sera e Domani – sdoganava il nuovo corso della guerra: l’esercito ucraino lasciava spazio ai partigiani, il conflitto diventava guerriglia resistenziale. La Crimea diventava romantica Terra promessa di guerriglieri idealisti. Sembra di rivivere gli anni dell’adulazione mal mascherata verso l’Ira. La quale, non a caso, tenne testa alla Thatcher solo grazie ad armi e fondi garantiti dalla lobby irlandese statunitense. E dai Kennedy che fingevano di non vedere. E’ storia, Piaccia o meno.

Mosca tace. Non reagisce. Nonostante quei droni abbiano colpito prima l’orgoglio dell’obiettivo. Poi, di colpo, l’autobomba. I partigiani ucraini hanno alzato il tiro e il livello dello scontro. Come l’Ira che reagiva alle truppe britanniche per le strade di Belfast colpendo i pub di Londra e Manchester, ecco che la figlia di uno degli ideologi più vicini al Cremlino viene dilaniata a 20 chilometri dalla capitale. La Russia colpita al cuore. E con una simbologia talmente ridondante da apparire sospetta. Perché ciò che il mondo ora deve attendersi, è la reazione di Mosca.

La quale non tratterà la questione ucraina come Londra fece con l’Irlanda del Nord, bensì come il neo-premier Vladimir Putin fece con i separatisti ceceni. I quali seguirono il medesimo schema: prima attacchi in patria, poi attentati dinamitardi a Mosca e San Pietroburgo. Nella metro, nei centri commerciali. Quale fu l’epilogo della repressione del Cremlino è noto a tutti. E non basta.

Perché mentre i droni e i missili ucraini, forniti o finanziati da denaro occidentale, colpivano i bersagli di quella Crimea che Zelensky ha promesso di voler riconquistare, ecco che la Russia avanzava il sospetto supremo: in almeno un’occasione, l’esercito di Kiev avrebbe utilizzato la tossina del botulino di tipo B, la proteina più tossica conosciuta in natura, contro i propri militari nell’area di Zaporizhzhia, dove si trova la centrale nucleare più grande d’Europa. Vero? Falso? Poco cambia: Zaporizhzhia è come la criptonite per Superman. L’alibi perfetto, l’incubo atomico che diviene cronaca.

Insomma, Mosca tace ma accumula armi nel proprio arsenale. Non missili e bombe. Bensì, giustificazioniCasus belli. E conviene essere chiari: quanto sta per accadere, con ogni probabilità cambierà tutto. In peggio. E con forte rischio che la situazione sfugga dal controllo anche in ambito Nato e non solo locale. Cosa lo suggerisce, oltre al precedente ceceno e alla sceneggiatura finora perfettamente interpretata dalle parti? Questo,

Rendicontazione del numero di once presenti nella vault del Comex al 19 agosto 2022Rendicontazione del numero di once presenti nella vault del Comex al 19 agosto 2022 Fonte: CME Group/WallStreetSilver

ovvero la conferma di quanto sottolineato due giorni fa: il Comex si è tramutato in un bancomat di oro fisico. Bene, stando alla rendicontazione ufficiale del CME Group, riscontrabile utilizzando quei termini di ricerca presenti in alto nell’immagine, nella sola giornata di venerdì 19 agosto, dal caveau di barre da un chilo del Comex è stato prelevato il 41% del metallo fisico presente. In un solo giorno.

Anche volendo far volare la fantasia, esistono solo tre ipotesi. Prima, una o più delle quattro bullion banks statunitense che detiene derivati sull’oro con ratio stellare rispetto alla disponibilità sottostante di consegna, ha dovuto far fronte a una richiesta in tal senso da parte di un grosso player. Il quale ha fiutato qualcosa sul mercato o, peggio, negli accadimenti geopolitici. Ed è andato all’incasso del bene rifugio per antonomasia, Anche dall’inflazione. Seconda, sempre una o più delle Big Four ha capito che i toni millenaristici utilizzati finora da media e politica nel descrivere la contrapposizione fra Est e Ovest che ha come proxies Ucraina e Taiwan sono diventati appropriati. E non più iperbolici. E ha pensato che fosse saggio fare incetta, prima che sia tardi. Perché se esiste un hedging supremo alla guerra, quella vera, è l’oro. Il resto fluttua e gioca con la speculazione, petrolio in testa. L’oro no.

Terza e direttamente consequenziale alla seconda, quella che fa riferimento a questa dinamica:

stando a dati delle Dogane svizzere, le importazioni di oro della Cina dalla Confederazione Elvetica sono salite a 80 tonnellate nel mese di luglio, più del doppio di giugno e otto volte quelle di maggio. D’altronde, se sai che stai per invadere Taiwan e questo porterà sanzioni, è normale scaricare debito Usa – come Pechino sta facendo da sette mesi di fila – e acquistare assets che si fanno un baffo dei bandi internazionali. E che potrebbero garantire la nuova valuta dei Brics.

FONTE:

QUOTAZIONE ORO – La prossima settimana è atteso un rialzo importante

Il valore dell’oro è oggi pronto a risalire per via della guerra commerciale che promette di avere una svolta questo inverno. Oggi l’oro rimane nettamente sotto i massimi storici di inizio marzo, quando ha superato i 2.040 dollari.

oro
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Il prezzo dell’oro si prepara a una diminuzione dei volumi e della liquidità con un potenziale ritorno della volatilità che dovrebbe rientrare a supporto del trend principale a inizio settembre

Se questa forza dovesse avere il sostegno di un mutamento nelle condizioni macroeconomiche l’oro potrebbe ripartire per un importante rialzo. Tra le possibilità che favoriscono l’ascesa del prezzo dell’oro c’è il rialzo dei tassi di interesse di settembre della Federal reserve. Nonostante il dato sulla diminuzione dell’inflazione negli Usa i funzionari della Fed sono ancora preoccupati per la tendenza di fondo che causa l’aumento dei prezzi. I funzionari dopo la riunione di luglio hanno respinto la possibilità che si sarebbero allontanati dalla stretta monetaria.

Tre motivazioni che possono aumentare il valore in borsa dell’oro

Una seconda motivazione l’andamento della seconda economia globale indebolita dalle rigide restrizioni anti Covid. Oltre a questo, vi è la possibilità di imprevisti finanziari legati alla crisi immobiliare, fuori dal controllo del governo di Pechino.

In Europa rimane l’incertezza sugli esiti e le dinamiche della guerra in Ucraina. Questo inverno può essere decisivo per testare la resilienza della sicurezza energetica e dei suoi effetti economici. D’altra parte, il mese di agosto è insieme a luglio, il mese statisticamente più favorevole per una crescita delle quotazioni dell’oro.

Dopo aver raggiunto il suo massimo storico di oltre 2 mila dollari per oncia a marzo negli ultimi quattro mesi il metallo giallo ha subito un calo del 18%. Il prezzo dell’oro eccessivamente alto rispetto alla sua media storica sembra fallire come copertura contro l’inflazione e rende diffidenti la maggior parte dei trader retail.

La competizione tra Dollaro Usa e oro

Tra i beni rifugio alternativi preferiti spicca infatti il dollaro Usa. Il biglietto verde in forte ascesa concorre a un calo delle quotazioni dell’oro; Il dollar Index, che traccia il valore del dollaro rispetto a euro, franco svizzero, yen giapponese, dollaro canadese, sterlina britannica e corona svedese, è ai massimi degli ultimi 20 anni.

Parte dell’ascesa è dovuta al rapido aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve che incoraggiano gli investimenti esteri nei titoli di Stato Usa. I tassi di interesse elevati aumentano il costo opportunità di mantenersi investiti in oro, sotto una certa velocità di incremento del prezzo dato che per esso non viene pagato alcun interesse ne dividendo.

Nel medio lungo periodo la tendenza in corso sull’oro rimane rialzista; dal punto di vista tecnico una conferma decisiva si avrà con una chiusura settimanale superiore alla resistenza in area 1.824 dollari. In questo caso le quotazioni potrebbero tornare ai precedenti massimi intorno ai 2 mila dollari per testare il livello; oltre questa importante soglia di resistenza l’oro potrebbe può arrivare fino a un obiettivo successivo in area 2.350 dollari.

FONTE:

QUOTAZIONE ORO – La prossima settimana è atteso un rialzo importante