Il prezzo dell’oro è inversamente correlato a quello del dollaro. Se la recessione innescata dall’aumento dei tassi sarà più forte del previsto, la Fed diventerà più accomodante e il prezzo del metallo giallo potrà risalire, secondo gli analisti di Oanda | Jupiter AM, il momento migliore per comprare oro | Oro sui massimi da tre settimane, i tre fattori che possono spingerlo fino a 1.800 dollari
“Nei giorni precedenti abbiamo assistito a una forte ripresa del prezzo dell’oro“. A dirlo è Craig Erlam, analista di mercato senior di Oanda. Dopo sei mesi in caduta, con il punto più basso raggiunto il 27 settembre (1.636,20), il prezzo del metallo prezioso potrebbe aver invertito la rotta. Il 6 ottobre il valore dell’oro è in crescita e tratta a 1.725,35 dollari (+0,26%). Nei giorni precedenti, però, ha regnato la volatilità. Come fare allora a capire quando è il momento giusto per acquistarlo?
Serve una svolta accomodante della Fed
A fine marzo l’oro aveva toccato il picco di 2050 dollari l’oncia, un livello tecnico chiave raggiunto quattro volte negli ultimi quarant’anni (nel 1980, 2011 e 2020). Poi Jerome Powell, presidente della Fed, ha inasprito la politica dei tassi d’interesse e ha fatto scendere il prezzo fino al punto critico del 9 settembre. “All’oro, per consolidarsi, servono invece rendimenti statunitensi più bassi e un dollaro più morbido”, spiega Erlam.
La correlazione inversa tra dollaro e oro
Un allentamento della Fed sposterebbe la direzione dei tassi reali del dollaro dal rialzo al ribasso. Il metallo prezioso, così, dovrebbe tornare a salire verso il picco di 2050 dollari toccato a marzo. “Si conferma la correlazione inversa tra oro e biglietto verde”, commenta Rupert Rowling, market analyst di Kinesis Money. “Adesso, però, serve un rallentamento dei tassi per confermare una tendenza rialzista – prosegue l’analista -. In questo contesto, il discorso del 6 ottobre di Raphael Bostic, presidente della Federal Reserve Bank di Atlanta, sarà esaminato ancora più da vicino per eventuali indizi su un possibile cambio di direzione da parte della banca centrale statunitense”.
L’argento è più resiliente dell’oro
Da un metallo prezioso all’altro. L’argento, dopo aver raggiunto il punto più basso tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, nelle ultime settimane ha mostrato una resilienza dei prezzi molto maggiore rispetto all’oro. Il 6 ottobre tratta a 20,64 dollari (+0,48%). “L’argento sembra molto sottovalutato date le sue solide prospettive fondamentali – chiarisce Rupert Rowling -. Quanto in alto salirà e per quanto tempo verranno mantenuti questi guadagni sarà determinato, inizialmente, dalla forza dei dati sui salari degli Stati Uniti in uscita il 7 ottobre. Più avanti, come per l’oro, influirà invece l’azione della Fed”. (riproduzione riservata)
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