Nel 2021 la più grande preoccupazione degli investitori era il Covid-19 e le sue varianti, ritenuti i potenziali seri ostacoli alla ripresa economica e su tale sentiment sono stati costruiti i portafogli. Poca importanza era stata data all’inflazione e ai temi geopolitici. È quanto emerge dalla 19° edizione dell’indagine «Mercer European Asset Allocation», società leader mondiale nei settori risk, strategy & people, che ha coinvolto oltre 850 portafogli istituzionali paneuropei di undici paesi, per una copertura totale di mille miliardi di euro di asset.

Le strategie

«Secondo noi,– spiega Luca De Biasi, responsabile Wealth di Mercer Italia,- l’inflazione non solo è stata sottovalutata, ma riteniamo che non sarà temporanea come molti sostengono. Il rischio di un’ inflazione particolarmente alta noi l’avevamo identificato già a fine 2020, suggerendo ai nostri clienti istituzionali di costruire per tempo portafogli resistenti all’urto, utilizzando oro, commodities, obbligazioni legate all’inflazione e scegliendo esposizioni all’immobiliare e alle infrastrutture che dovrebbero dare buone soddisfazioni nel futuro. Questi asset rappresentano un punto di partenza che, oggi, anche alla luce della situazione in Ucraina, vanno integrati con altre scelte coraggiose, ovvero, inserendo in portafoglio strategie hedge liquid alternative, con un peso del 10-15%; incrementando fino al 15% il peso delle strategie di copertura, come oro e dollaro Usa e aumentando l’esposizione nelle materie prime, perché i prezzi continueranno a salire».
Per De Biasi, nel ribilanciare il portafoglio, converrebbe anche ridurre la componente azionaria, privilegiando i titoli value ai growth e in ambito reddito fisso, conviene scegliere le obbligazioni con bassa durata, le inflation linked e i titoli dei Paesi emergenti in valuta locale.

Il fattore Esg

Dall’ indagine “Mercer European Asset Allocation” del 2021, mettendo a confronto i portafogli istituzionali italiani con quelli europei, sono emersi alcuni interessanti dati. Ad esempio, negli italiani, l’esposizione azionaria è più alta (29%), rispetto alla media europea (20%). È invece più basso il peso delle obbligazioni tradizionali: 32% contro il 53% della media europea. In compenso nei portafogli italiani hanno un peso maggiore le obbligazioni high yield e gli absolute return bond che rientrano nella componente alternatives: 27% contro la media europea del 20%. In crescita in tutta Europa è l’integrazione dei rischi Esg (Environmental Social Governance) nelle decisioni di investimento. Lo fanno il 76% degli investitori istituzionali. Quattro anni fa lo facevano solo il 65%.

FONTE: