La bomba d’acqua che si è abbattuta sulle Marche è solo l’ultimo dei tristi eventi legati al meteo di questa lunga e calda estate che sta per finire, con forti timori di quello che potrà accadere in autunno. È il conto da pagare per il cambiamento climatico: l’aumento delle temperature origina siccità e fenomeni estremi e ricorrenti che producono disastri di vario genere come incendi e allagamenti, senza dimenticare ovviamente le vite sacrificate. Ci troviamo alle solite: con lo Stato che talvolta interviene a risarcire e con danni, ad abitazioni e ad attività economiche, che solo in alcuni casi sporadici vengono pagati dagli assicuratori (se c’è la polizza). In Italia gli immobili, infatti, sono ancora poco coperti: nonostante il 78% del territorio sia a forte rischio di calamità naturali, solo il 5% è assicurato (fonte Ania). Si tratta di un dato in riduzione rispetto al 2021 (5,1%), ma in forte crescita rispetto al 2016 (2%), anche grazie alle agevolazioni fiscali introdotte nel 2018. Ma c’è ancora molta strada da fare. In alcune zone, come nel foggiano o in Sardegna, la percentuale di unità abitative assicurate da catastrofe è inferiore all’1 per cento.