Quando si legge “metallo prezioso” quasi istintivamente il pensiero va all’oro, così radicalmente associato nella cultura umana da diventarne parte come simbolo di ricchezza, valore e prosperità. Nonostante abbia perso il valore “totalizzante” che ha mantenuto fino a non troppo tempo fa, l’elemento chimico dal simbolo Au resta fondamentale anche nell’ambito pratico, oltre a continuare a rappresentare una fonte di investimento importante.
L’oro è stato uno dei primi metalli le cui qualità sono state “scoperte” in tempi molto antichi: troppo duttile e mallneabile per essere utilizzato al pari di ferro e rame, l’oro per lucentezza, resistenza, fattore conduttivo e duttilità, fattori che lo hanno reso rapidamente il metallo perfetto per la creazione di oggetti di valore, sia economico, sia dal punto di vista simbolico. Per millenni la ricerca dell’oro ha rappresentato una delle principali motivazioni per esplorare ma anche per conquistare e colonizzare.
Al centro dei sistemi economici fin dalle prime civiltà, questo status è stato mantenuto fino ad oggi con il gold standard, ossia il sistema nel quale la base monetaria è data da una quantità fissata d’oro, che in buona sostanza, continua a ripendere dal metallo.
Nella maggior parte del mondo l’oro viene calcolato in base a due fattori, il peso e la caratura, ossia la scala di purezza del metallo: globalmente l’oro di maggior valore è quello a 24 carati che indica su 24 parti è composto per 24 da oro, privo di tracce di altri metalli, considerabile alla stregua di oro puro.
L’unità di misura più utilizzata per calcolare il peso è l’oncia troy, utilizzata anche per altri minerali, (1 oncia troy equivale a 31.1035 grammi). Anche a causa della guerra in Ucraina, il prezzo dell’oro è in sensibile aumento, ed un chilo è valutato 56.238 €, pari a 1.749,21 l’oncia.
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