Oro e Elezioni USA: il prezzo è destinato a salire, qualsiasi sia il vincitore tra Trump e Biden
È in corso il conteggio dei voti negli Stati Uniti. Cresce l’attesa degli investitori per scoprire quale impatto produrrà l’esito delle elezioni sulla quotazione dell’oro.
Quale sarà l’impatto delle Elezioni USA sull’oro? Indipendentemente dall’esito finale, la quotazione del metallo prezioso potrebbe ottenere benefici.
Intanto cresce la tensione negli Stati Uniti. La riluttanza (ampiamente prevista) di entrambi i candidati a seppellire le armi e riconoscere una eventuale sconfitta rischia di rallentare la proclamazione del nuovo Presidente.
Mentre Biden predica calma, forte del confortante vantaggio sin qui maturato (allo stato attuale il Democratico si è già assicurato 238 grandi elettori, contro i 213 dello sfidante), Trump inizia a valutare l’idea di un ricorso alla Corte Suprema.
Lo scenario di elezioni contestate, per quanto probabile già alla vigilia del voto, allarma i mercati finanziari statunitensi e globali, mentre continuano ad accendersi interrogativi sugli effetti che il risultato elettorale definitivo produrrà (dai Bitcoin al cambio euro-dollaro).
Intanto il prezzo dell’oro si muove sui 1.889 dollari l’oncia, per un ribasso di giornata dell’1% circa.
Elezioni USA: gli effetti sulla quotazione dell’oro
Se il dollaro è destinato a rimanere debole anche nello scenario di un radicale cambio di rotta (Biden alla Casa Bianca), anche l’oro non sembra influenzato dal risultato elettorale.
Al contrario, come sostenuto durante un’intervista alla CNBC da James Rasteh, CIO di Coast Capital, il mercato dell’oro otterrà benefici indipendentemente dal colore del nuovo Presidente.
Questo perché gli Stati Uniti introdurranno un nuovo pacchetto di stimoli fiscali in entrambi gli scenari, con ripercussioni particolarmente positive sul settore. Rasteh ha poi aggiunto:
“Sia le politiche monetarie che quelle fiscali saranno identiche con Trump o Biden. Penso che le differenze di cui si è parlato siano più fantasiose che reali.”
Gli stimoli fiscali, ma anche le politiche tese a rianimare l’economia nazionale (dai programmi di spesa pubblica alla riduzione delle tasse), portano solitamente ad incrementare il debito pubblico. Questo aspetto potrebbe spingere gli investitori a preferire un bene rifugio come l’oro, portando consequenzialmente il prezzo di quest’ultimo a quote più elevate rispetto a quelle attuali. Le riserve d’oro si stanno assottigliando.
Aldilà delle prospettive incoraggianti dettate dagli stimoli economici che inevitabilmente verranno approvati, la pandemia ha avuto un notevole impatto negativo anche sul mercato dell’oro, con domanda e offerta che, secondo il report del World Gold Council della scorsa settimana, hanno subito una forte contrazione nell’ultimo trimestre.
Le grandi aziende stanno oggi investendo nuovi capitali per trovare il prezioso metallo, ma la qualità della materia sin qui estratta è al di sotto degli standard. Rasteh ha aggiunto:
“Si sta scoprendo molto meno oro rispetto a quello che viene prodotto. Tra dieci anni la produzione di oro sarà dimezzata rispetto al livello attuale.”
In questo contesto, con i key player del settore che rischiano di veder esaurite le riserve a disposizione, è possibile che vi sia una maggiore propensione da parte di quest’ultimi a rilevare le piccole e medie aziende del mercato che possono vantare delle risorse importanti nel lungo termine. L’intenzione di mettere le mani sull’oro delle piccole realtà del settore è, come sottolineato da Rasteh, “forte come non succedeva da molte generazioni”.
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