L’attacco militare all’Ucraina è partito nella notte. La mossa della Russia di Putin ha mandato i mercati nel panico, con le quotazioni di materie prime, energia, cereali e metalli alle stelle e Borse in picchiata. Il prezzo del petrolio è sotto pressione: il Brent schizza sopra 100 dollari al barile per la prima volta da oltre sette anni, per poi attestarsi a 99 dollari, mentre i futures sul Brent guadagnano il 7,71%, a 104 dollari al barile. Prosegue la corsa al rialzo, apparentemente senza freni, anche dei prezzi del gas. I future scadenza marzo scambiati ad Amsterdam salgono del 57,2%, a 139,75 euro per megawattora, mentre la scadenza aprile sale del 56% a 138,67 euro. Più contenuto l’aumento dei future scambiati negli Stati Uniti, in rialzo del 5,12%.
La Borsa di Mosca crolla di quasi il 30% dopo l’attacco della Russia all’Ucraina. Il listino moscovita, che era stato sospeso a ridosso dell’annuncio, ha ampliato le perdite registrate all’avvio e vede l’indice Moex registrare un calo record del 28,8%. L’indice azionario russo Rts denominato in dollari crolla fino a -38%, al minimo intraday di 960,24 punti. L’attacco russo all’Ucraina sta mandando in fumo qualcosa come 180 miliardi di dollari di capitalizzazione sulla Borsa di Mosca, secondo i calcoli dell’agenzia Bloomberg. Le autorità russe sono state costrette a sospendere per la seconda volta le contrattazioni dopo che l’indice Moex si è inabissato del 28,8%, in quello che è il maggior crollo mai registrato nella sua storia.
Nel pomeriggio il mercato azionario, resta sempre in forte calo dopo l’avvio negativo della seduta a Wall Street. L’indice Ftse Mib risale solo di qualche frazione di punto, e segna -4,51%, a 24.784 punti. In Piazza Affari il ribasso colpisce Unicredit (-12,8%) insieme alle altre banche come Intesa (-8,4%), Bpm (-8,5%) e Bper (-7%). Pirelli cede il 10,7%. Tengono Eni (-0,2%) e Snam, Saipem sale dell’1,3%, Terna dell’1,7%, Leonardo a +3%.

Piazza Affari “brucia” 30 miliardi

Chiude in forte ribasso Piazza Affari, con il Ftse Mib sotto la soglia dei 25.000 punti (-4.01%, a 24.890 punti), che equivalgono a oltre 30 miliardi di capitalizzazione “bruciati” in un una sola seduta. La corsa alle vendite è partita sulla campanella dell’apertura, dilagando su quasi tutto il listino, a eccezione di qualche titolo come i petroliferi. I ribassi più marcati sono invece stati come prevedibile per le società più legate al business russo. In prima fila le banche, con Unicredit -13,49% scontando l’esposizione sul mercato russo. Intesa a sua volta cede il 7,96%, Bpm giù dell’8,19%, Bper del 7,60%. Tra gli industriali pagano Pirelli (-10,40%), Maire (-7,86%), Buzzi (-7,84%). Stellantis chiude sul -6,06%. Tr ai petroliferi Eni attenua il calo al -0,48%, mentre Saipem sale dell’1,85% dopo aver presentato il preconsuntivo 2021 mentre la revisione del portafoglio ordini non ha fatto emergere ulteriori impatti rispetto a quelli già conosciuti. Balzo di Leonardo (+4,34%), che opera nel settore della difesa, bene anche Diasorin (+2,47%), Amplifon e Campari (+1,81%) quest’ultima reduce peraltro da un calo del 10% mercoledì.
Le borse europee chiudono la seduta in forte ribasso dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Il Ftse 100 di Londra cede il 3,82% a 7.212 punti, il Cac 40 di Parigi cede il 3,91% a 6.515 punti, il Dax 30 di Francoforte il 3,92% a 14.057 punti e l’Ibex 35 perde il 2,85% a 8.199 punti.

Spread chiude in calo

Chiusura in calo per lo spread BTp/Bund . Sul reddito fisso europeo si è vissuta una seduta in due tempo: il primo caratterizzato da una breve fiammata in avvio di giornata che ha portato lo spread tra differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmrk (Isin IT0005436693) e il pari scadenza russo fino a 175 punti base dai 171 punti base del closing precedente. Nel tardo pomeriggio, invece, la dinamica dei rendimenti sulla curva euro (che complessivamente non aveva comunque registrato movimenti bruschi) ha cambiamento direzione. Alla base dell’inversione di tendenza le parole del governatore della banca centrale austriaca, Robert Holzmann, componente del consiglio direttivo della Bce, secondo cui la Bce dopo l’attacco all’Ucraina potrebbe rallentare il piano di uscita dal programma di stimoli economici all’economia dell’Eurozona. Una impostazione poi ribadita anche da Isabel Schnabel, altro membro del comitato esecutivo della Bce. A fine seduta lo spread si è attestato a 164 punti base dai 171 di ieri, mentre il rendimento del BTp decennale benchmark ha terminato a quota 1,82% dall’1,90% di ieri.

Tutti gli indici europei scambiano in forte flessione. Il Cac 40 di Parigi cede il 4,35% a 6.492 punti e il Dax 30 di Francoforte arretra del 4,29% a 14.003 punti. L’Ibex 35 di Madrid perde il 4,99% a 8.069 punti.
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