Il forte rialzo dell’oro è stato causato dalle espansioni di base monetaria delle banche centrali. Ora però il trend è ad un bivio.

La pandemia da Coronavirus ha portato molti flussi in acquisto sui metalli preziosi e, in particolar modo sull’oro che torna ad essere uno dei migliori asset per le coperture di portafoglio. I driver però che hanno causato questo corposo rialzo sono attribuibili anche agli scenari macroeconomici ovvero i bassi tassi d’interesse, le tensioni tra Cina e America e il deprezzamento del dollaro. Le linee di politica monetaria accomodanti, intraprese ormai da qualche anno dalle Banche centrali, creano un ambiente favorevole alla crescita dei prezzi del metallo prezioso per eccellenza.

L’offerta di questa materia prima quest’anno ha visto una contrazione nei livelli di produzione, principalmente dovuta alla pandemia che ha fortemente rallentato tutta la supply chain. In particolar, nazioni produttrici come il Perù e il Sudafrica sono state costrette a chiudere le miniere a marzo e hanno potuto solo parzialmente riaprirle nel mese di giugno provocando un forte decremento nei livelli di produzioni annuali.

La domanda è crollata di circa il 10% rispetto ai livelli del 2019 in quanto le richieste da parte dell’industria del lusso e dell’elettronica sono calate drasticamente nel corso dell’anno corrente. Rimangono però le Banche centrali a perseguire i loro programmi di acquisto di oro, con previsioni di crescita nel futuro.

I maggiori driver però del prezzo dell’oro sono i flussi sugli ETP, pertanto vale la pena analizzarne l’andamento di quest’anno per descrivere meglio lo scenario su tale materia prima. L’oro ha la funzione di mantenere valore nel tempo soprattutto in casi di incertezza e di proteggersi dai rischi di erosione del potere d’acquisto dovuto all’inflazione. Il motivo dei flussi pertanto risiede proprio nel ruolo che l’oro ricopre in situazioni di risk on o risk off.

All’inizio del 2020, gli Asset Under Management degli ETP con sottostante l’oro erano di 129 miliardi di dollari, contro i 187 miliardi attuali.

Se si analizzano statisticamente le relazioni tra il prezzo degli ETF, i flussi sugli ETF e i flussi degli hedge fund è possibile descrivere relazioni di causalità tra queste variabili.

Possiamo concludere che il flusso degli hedge fund e il prezzo dell’oro non abbiano una relazione stabile e che non vi sia una diretta causalità tra le due serie storiche. Invece, studiando il flusso sugli ETF e il prezzo dell’oro, è possibile affermare che le due variabili sono ‘cointegrate’, ovvero i due andamenti nel tempo non divergono più di un determinato livello e eventuali divergenze nei trend in atto tendono ad essere riassorbite.

Nello specifico, usando quella che in econometria viene definita come ‘impulse-response analysis’, un aumento dei flussi potrebbe portare l’oro a 2200 dollari l’oncia nel 2021 e qualora l’incremento raggiunga nuovamente i livelli di maggio non sarebbe impensabile assistere perfino a un rialzo in area 3000 dollari. D’altra parte i rischi associati all’investimento nel metallo giallo possono essere riassunti in due principali driver: la situazione in cui verseranno i mercati obbligazionari e azionari in quanto forti discese e violenti rialzi di volatilità potrebbero portare gli investitori a un develeraging, ovvero una liquidazione massiccia di tutti gli asset presenti in portafoglio per detenere liquidità; in senso diametralmente opposto, un forte recupero economico potrebbe riportare l’attenzione sui mercati azionari e, un’eventuale inversione di rotta delle Banche centrali, rappresenterebbe uno scenario fortemente ribassista per questa materia prima.

Si aprono quindi diverse possibilità di investimento, sia di breve che di lungo periodo, e l’emittente Société Générale mette a disposizione una vasta gamma di prodotti su svariati sottostanti con i quali è possibile investire scegliendo le caratteristiche che si sposano meglio con le proprie esigenze.

Prendendo un prodotto in ottica di un investimento di lungo periodo, come l’ETC Hedged sul Gold Future December 2020 (ISIN: XS1073721562), possiamo aprire una posizione lunga sul sottostante con una partecipazione lineare senza essere vincolati a una scadenza, in quanto questa tipologia di prodotti ha la caratteristica di essere Open-End, e, in particolare per questo prodotto, di coprirsi dai rischi associati al tasso di cambio Eur-Usd.

Se invece preferiamo impostare operazioni intraday o comunque di più breve periodo, possiamo scegliere un certificato a Leva Fissa, come ad esempio il Leva Fissa -5X su Gold Future December 2020 (ISIN: LU1489396082) che permette di aprire una posizione ribassista amplificando di cinque volte le performance del sottostante e con una data di scadenza prevista il 10/9/2021.

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