Mario Draghi indica come evitare la depressione: spetta a Stato e banche intervenire in maniera “forte e veloce”. Più debito pubblico e liquidità alle imprese

di Isabella Bufacchi

Illustrazione di Federico Bergonzini/Il Sole 24 Ore
Illustrazione di Federico Bergonzini/Il Sole 24 Ore

(Rilanciamo l’articolo sul manifesto che Mario Draghi ha pubblicato nel Financial Times lo scorso marzo, all’inizio della pandemia , in cui l’ex presidente della Bce descriveva la sua ricetta per uscire dalla crisi pandemica)

La pandemia del coronavirus è una “tragedia umana di proporzioni potenzialmente bibliche”. Spetta ora allo Stato e alle banche intervenire in maniera «forte e veloce» per evitare ora che una «profonda recessione», che è «inevitabile», si trasformi in una «depressione prolungata» causata dai «danni irreversibili di una pletora di bancarotte».

Lo Stato deve intervenire e «mettere il bilancio pubblico a protezione dei cittadini» aumentando il debito pubblico per farsi carico di tutte le perdite delle aziende, «salvare i posti di lavoro» e, con le garanzie e tutti gli strumenti necessari, mettere le banche nella condizione di dare tutta la liquidità necessaria alle imprese.

E’ così che Mario Draghi, ex-presidente della Banca centrale europea, vede la via di uscita dall’emergenza coronavirus. In un intervento sul Financial Times, l’ex banchiere centrale non menziona mai il ruolo delle banche centrali che però è sottinteso: gli Stati dovranno indebitarsi, e molto, e dovremo convivere con alti debiti pubblici perché gli Stati assorbiranno tutte le perdite e i fallimenti provocati dal coronavirus.

Saranno le banche centrali poi ad assorbire l’esplosione del debito pubblico, ma Draghi non lo dice perché l’importante è agire adesso senza indugio con il bilancio dello Stato e la liquidità che va irradiata nell’economia attraverso le banche, i bond e anche la rete finanziaria delle poste. E in Europa, gli Stati dovranno aiutarsi reciprocamente.

1) La recessione c’è già, la depressione va evitata
Le aziende sono già in perdita, l’economia si sta già contraendo. Molte imprese stanno ridimensionando il loro business e licenziando i lavoratori. Una profonda recessione è inevitabile. Va evitata una «depressione prolungata» agendo in maniera sufficientemente forte e veloce.

2) Proteggere i posti di lavoro
Dobbiamo proteggere i cittadini dal rischio di perdere il posto di lavoro. Se non si farà questo, si uscirà da questa crisi con un’occupazione e una capacità di produrre permanentemente più basse.

3) La liquidità subito
Per proteggere l’occupazione e la capacità produttiva in un momento di drastica perdita di reddito serve un sostegno immediato di liquidità.

4) Cancellare i debiti delle aziende
Le aziende non attingeranno alla liquidità semplicemente perché il credito è a buon mercato. Le imprese che hanno un arretrato degli ordini rimborseranno questo nuovo debito. Ma non sarà per tutte così. Altre aumenteranno il loro debito per mantenere i posti di lavoro. Le loro perdite accumulate rischieranno poi di compromettere la loro capacità di investire in futuro. Il loro debito dovrà essere cancellato. E sarà lo Stato a farnese carico.

5) La risposta sta nell’aumento del debito pubblico
E’ già chiaro che per evitare la depressione servirà un notevole aumento del debito pubblico. Specie l’Europa ha un settore statale, una macchina pubblica e un sistema bancario capillare che sono quel che serve ora per fronteggiare la crisi.

6) Il ruolo dello Stato
Lo Stato ha un ruolo che gli spetta, nelle emergenze nazionali, ed è quello di utilizzare il suo bilancio per proteggere i cittadini e l’economia contro gli shock di cui il settore privato non è responsabile e non è in grado di assorbire. E’ quello che avviene nelle guerre, è avvenuto nelle due guerre mondiali.

7) Cosa deve fare lo Stato: indebitarsi per salvare posti di lavoro e garantire le banche
I governi devono assorbire gran parte della perdita di reddito causata dalla chiusura delle imprese per proteggere i posti di lavoro e la capacità produttiva. Nel fare questo, il debito pubblico aumenterà. Ma l’alternativa è una distruzione permanente della capacità produttiva e della base fiscale, molto più dannose per l’economia e per le finanze pubbliche. I tassi bassi d’interesse consentiranno di gestire l’elevato aumento del debito pubblico.

8) Il ruolo delle banche, veicolo dello Stato
Le banche devono rapidamente prestare liquidità, denaro, a costo zero alle imprese per salvare posti di lavoro. Le banche sono il veicolo dell’intervento dello Stato per salvare l’economia. Il capitale di cui hanno bisogno le banche per svolgere questo compito deve essere fornito dallo Stato, dai governi, sotto forma di garanzie pubbliche su tutto. Su tutti gli scoperti o prestiti aggiuntivi.

9) Niente rallentamenti da vecchie regole e dalla burocrazia
Né la regolamentazione né le regole sulle garanzie devono ostacolare la creazione di tutto lo spazio necessario nei bilanci delle banche per dare liquidità alle imprese a tale scopo. La burocrazia non deve rallentare gli interventi dello Stato e delle banche.

10) Gli strumenti: bond, sportelli bancari e postali
Le imprese più grandi sono aiutate dal mercato dei bond, per il resto serve la rete degli sportelli delle banche e, dove possibile, delle poste. Il costo di un’esitazione, da parte degli Stati, potrebbe essere irreversibile. Il ricordo delle sofferenze degli europei degli anni ’20 è il monito che basta. La rapidità del deterioramento dei bilanci privati, causata dall’economia che si ferma, deve essere affrontata con pari rapidità dall’uso dei bilanci pubblici, nella mobilitazione delle banche e, in quanto europei, dal sostegno tra Stati europei per una causa comune.

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