Lagarde: durerà più a lungo delle attese

di Francesca Basso, corrispondente da Bruxelles

Allarme Bce sull'inflazione, Lagarde: durerà più a lungo delle attese La presidente della Bce, Christine Lagarde

Il tasso di inflazione «è aumentato più di quanto avevamo previsto a settembre, attestandosi al 4,1% in ottobre», la corsa dei prezzi rallenterà il prossimo anno, «ma occorrerà più tempo di quanto originariamente atteso». I colli di bottiglia nelle catene di approvvigionamento e il costo in aumento dell’energia rischiano di frenare la ripresa dell’economia. La presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, in audizione alla commissione Problemi economici del Parlamento europeo, presieduta da Irene Tinagli, ha fatto il punto sulle prospettive dell’Area euro per i prossimi mesi, in vista della riunione del comitato direttivo di dicembre nella quale Francoforte prenderà decisioni sul dopo Pepp, il programma di acquisto di titoli di Stato dei Paesi Ue da 1.850 miliardi lanciato a marzo 2020 per fronteggiare l’emergenza Covid. Lagarde al termine del consiglio direttivo di fine ottobre aveva spiegato che era sua «opinione che il Pepp si concluderà a fine marzo 2022» e «quello che verrà poi sarà dibattuto nel prossimo meeting di dicembre».

«Anche dopo la fine dell’emergenza pandemica, sarà comunque importante che la politica monetaria, compresa l’opportuna calibrazione degli acquisti di obbligazioni, sostenga la ripresa in tutta l’area euro e un ritorno sostenibile dell’inflazione al nostro target del 2%», ha spiegato la presidente Lagarde, aggiungendo che «la sfida non è ancora finita, le decisioni che vengono prese dai decisori politici continueranno a determinare la forza della ripresa». L’attività economica ha continuato a registrare una forte ripresa nel terzo trimestre: la crescita trimestrale si è attestata al 2,2% e il Pil dovrebbe ancora superare il livello pre-pandemia verso la fine dell’anno. «Dopo la grande crisi finanziaria, il Pil dell’area euro ha impiegato sette anni per tornare ai livelli pre-crisi — ha osservato Lagarde —. Questa volta, grazie alle risposte forti e combinate di politica fiscale e monetaria, prevediamo che supererà il livello pre-pandemia in meno di due anni. Allo stesso tempo, la dinamica della crescita si sta in una certa misura moderando a causa delle strozzature dell’offerta e dell’aumento dei prezzi dell’energia».

Per Lagarde non è ancora il momento di cambiare le condizioni di finanziamento. Gli acquisti di asset nell’ambito del programma per l’emergenza pandemica «continuano a salvaguardare condizioni di finanziamento favorevoli per tutti i settori dell’economia», ha spiegato e «in un momento in cui il potere d’acquisto è già ridotto dall’aumento delle bollette dell’energia e del carburante, un indebito inasprimento delle condizioni di finanziamento non è auspicabile e rappresenterebbe un ingiustificato ostacolo alla ripresa».

Lagarde ha anche spiegato che l’andamento dell’inflazione nella zona euro e negli Usa è molto diverso. «Non navighiamo alla stessa velocità, negli Usa siamo a un tasso del 6,2% a ottobre, da noi al 4,1%. Se si escludono i prezzi dell’energia e gli alimentari si vede che la differenza si acuisce: il tasso è del 4,6 negli Usa e del 2,1% nella zona euro, un po’ al di sopra obiettivo ma entro un margine gestibile».

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